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bellezza e funzione, bello e utile, Memorabili (Senofonte), Senofonte, Simposio (Senofonte), storia del concetto di bello
Negli scritti socratici di Senofonte è espressa la concezione per la quale la bellezza di un oggetto d’uso coincide con la sua utilità.
Nei Memorabili è Socrate stesso a portare avanti quest’idea, in dialogo con Aristippo:
Avendogli Aristippo chiesto di nuovo se conoscesse qualcosa di bello, [Socrate] rispose: «Molte cose».
«Sono forse tutte uguali fra loro?», chiese.
«Alcune sono quanto mai diverse», disse.
«Come, dunque — domandò —, potrebbe essere bello ciò che è diverso dal bello?».
«Per Zeus, come un uomo bello nella lotta è diverso da un uomo bello nella corsa — rispose —, e uno scudo bello per difendersi è diversissimo dal giavellotto, bello per essere scagliato con forza e rapidità». […]
«Forse — chiese — anche il cestino dei rifiuti è bello?».
«Certo, per Zeus, e uno scudo d’oro è brutto — disse —, qualora, in relazione alle sue funzioni [πρὸς τὰ ἑαυτῶν ἔργα], mentre il cestino è fatto bene, questo invece sia fatto male».
«Vuoi dire che le stesse cose sono belle e brutte?».
«Sì, per Zeus, e anche buone e cattive — rispose —: spesso, infatti, ciò che è buono per la fame è cattivo per la febbre e ciò che è buono per la febbre è cattivo per la fame; spesso ciò che è bello per la corsa è brutto per la lotta, e ciò che è bello per la lotta è brutto per la corsa; tutte le cose, infatti, sono belle e buone [ἀγαθὰ μὲν καὶ καλά] rispetto a ciò per cui sono adeguate [πρὸς ἃ ἂν εὖ ἔχῃ], brutte e cattive [κακὰ δὲ καὶ αἰσχρὰ] rispetto a ciò per cui non lo sono».
Nel Simposio, è invece Critobulo, in dialogo con Socrate, a difendere questa concezione:
«Pensi che la bellezza risieda solo nell’uomo o anche in altro?».
«Per Zeus, credo che si trovi anche in un cavallo o in un bue e in molti oggetti inanimati. So, per esempio, che anche uno scudo, una spada e una lancia possono essere belli».
«E come è possibile che queste cose, che non sono simili tra loro, siano tutte belle?».
«Per Zeus, se sono ben costruite in rapporto alle attività [πρὸς τὰ ἔργα] per le quali le acquistiamo — rispose Critobulo — o se sono per natura adatte a ciò che ci occorre, anche queste cose sono belle».
[Memorabili, III 8, 4, 6-7, in Senofonte, Tutti gli scritti socratici, a cura di L. De Martinis, Bompiani, Milano 2013, pp. 187-625: 484-487; Simposio, 5, 3-4, ivi, pp. 839-949: 920-921.]